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La
Storia
1907 i giovani ferraresi si ritrovano nei locali dell'oratorio
Salesiano in quei tempi in via Coperta, il cui direttore era
don Pietro Acerbis, che decide di dar vita al circolo, i cui
interessi sono prettamente di carattere religioso e culturale,
che prenderà il nome di Circolo Ars et Labor. Dopo
un paio di anni la direzione dell'oratorio venne assunta da
Don Pastorino che affiancò alla sezione artistica quella
sportiva che inizialmente si dedicò all'atletica ed
al ciclismo e cambiò anche le denominazione del Circolo:
"Polisportivo Ars et Labor". Nel 1912 gli
sportivi si staccarono dall'oratorio e trasferirono la sede
in corso Porta Reno, formando la Società Polisportiva
Ars et Labor, la cui prima assemblea generale si svolse nel
febbraio del 1913, ma in quegli anni la squadra di
calcio si presentava con la denominazione Società Calcio
Ferrara, per poi trasformarsi in U.S. Ferrara e il 25 aprile
del 1915 entrare a far parte della Palestra Ginnastica
Ferrara nella sezione Associazione Calcio Ferrara, disputando
le prime amichevoli. Arriva la Grande Guerra e per riparlare
di calcio si deve attendere il maggio del 1919, quando,
dopo una serie di assemblee, il 17 maggio i vecchi soci nominano
presidente della S.P.A.L. il rag. Antonio Santini. Il 16 giugno
si gioca la prima gara ufficiale Spal-Triestina, finale 4
a 1 per gli ospiti, con il primo gol della storia del football
ferrarese segnato da Bombonati.
1920 Primo dei cinque campionati nella serie A di quei
tempi priligy generieke. Nel campionato 1921/22 la squadra sfiora il
titolo nazionale perdendo la semifinale con la Sampierdarenese.
Nel 1922/23 si salva dalla retrocessione nello spareggio
con l'Andrea Doria. Nel 1924/25 retrocede in serie
B dove l'aspetta un lungo periodo di grigiore.
1936 La SPAL retrocede in serie C. In panchina viene
chiamato Paolo Mazza che ne risolleva temporaneamente le sorti.
Nel 1939 una nuova retrocessione è il simbolo
di una grave crisi sociale che porterà addirittura
al cambio della denominazione in A.C. Ferrara ed all'adozione
dei colori sociali bianconeri. Nonostante gli anni difficili
il patron si mette in luce per le sue doti di talent-scout,
andando a scovare diversi campioni poi ceduti a squadre blasonate
come Juventus, Milan e Fiorentina.
1945 Si riprende a giocare dopo la guerra. La Spal
ritorna in serie B. Al termine del campionato è eclatante
la cessione alla Juventus del bomber Astorri che, comprato
dallo Schio per 25.000 lire, viene ceduto per 1.900.000 lire.
1946 Paolo Mazza, prima direttore sportivo, diventa
presidente della società. Nel giro di cinque anni la
squadra riconquista la serie A. Sono gli anni del centrocampista
Serafino Montanari e delle punte De Lazzari e Pandolfini,
che diventeranno oggetto di operazioni di mercato importanti
con Lazio e Fiorentina.
Nel 1948/49 la Spal ha tra le sue file due bomber di
razza. Sono Frizzi e Badiali che segnano complessivamente
44 reti determinando vittorie clamorose: 4-0 contro Verona
e Taranto, 5-0 con Parma e Vicenza, 7-0 con il Pescara ed
8-1 con la Salernitana (nell'occasione Frizzi segna 5 reti).
Nel 1949/50 vengono gettate le basi della grande scalata
dell'anno successivo. Nonostante una incredibile potenza in
attacco che porta alla segnatura di ben 95 reti, la squadra
fallisce la promozione a causa di grossi problemi in difesa,
soprattutto in porta dove Bacchetti e Bergamini vanificano
gli sforzi di De Vito (22 reti), Ciccarelli (20) e Colombi
(19). Due le particolarità di quell'anno: una vittoriosa
partita giocata al mattino (8-2 con il Taranto) e l'ingaggio
di un terzino che in anni più recenti diventerà
un mito della Spal: Mario Caciagli.
1950 La Stagione 1950/51 inizia con 3 sconfitte
nelle prime 4 partite. Sembra il preludio di un anno disastroso.
La squadra, allenata da Antonio Janni reagisce invece prontamente
ed inanella la bellezza di 20 partite utili consecutive, delle
quali sono ben 18 le vittorie. E` un ciclone che travolge
il campionato e che al termine vedrà la Spal in vantaggio
di 11 punti sulla prima non promossa. Artefici del successo,
oltre a Mazza e Janni, sono Bertocchi, Guaita, Carlini, Emiliani,
Macchi, Nesti, Trevisani, Colombi, Biagiotti, Bennike, Fontanesi,
Dini e Rosignoli.
1951 Bertocchi ritorna al Livorno per fine prestito
e Mazza mette in luce ancora una volta la sua competenza tecnica
ed il suo fiuto per i campioni. Preleva dal Seregno, retrocesso
in C, incassando ben 67 reti, il portiere ventitreenne Bugatti.
Dopo soli nove mesi il numero uno spallino sarà addirittura
in maglia azzurra. Il 23 Settembre 1951 (Spal-Torino,
1-1) viene inaugurato il nuovo stadio "Comunale".
La Spal termina il campionato al nono posto, fermando tutte
le grandi nel girone di andata e vincendo il primo derby con
il Bologna in casa. Il centravanti turco Bulent segna 13 reti,
Fontanesi ne segna 9 e viene anch'egli convocato in nazionale.
1952 La serie A passa da 20 a 18 squadre, con due retrocessioni.
Alla fine del girone di andata, sono appena 13 i punti conquistati
e la Spal sembra predestinata alla serie B. Nel girone di
ritorno invece la squadra comincia a girare: pareggia fuori
casa con Inter, Juventus, Roma, Torino e rifila delle cocenti
sconfitte in casa a Pro Patria (4-0), Udinese (3-0) e Napoli
(4-1). La Spal si piazza all'ottavo posto, ma si comincia
ad intravedere la fine di un ciclo che costringerà
la Società ad un profondo rinnovamento.
1953 Vengono ceduti Bugatti al Napoli per 55 milioni
e Fontanesi alla Lazio per 40, Bennike si accasa al Genoa,
Colombi al Novara. Dalla Fiorentina arriva lo svedese Ekner,
dalla Samb Olivieri, ritornano Bertocchi e Del Vito. E` un
anno nero sotto tutti i punti di vista ed alla fine solo lo
spareggio salvezza con il Palermo evita la retrocessione.
Segnano i rosanero per primi, Olivieri pareggia e Bernardin
su punizione porta la squadra alla vittoria e viene ribattezzato
dalla stampa "Piede di Dio".
1954 Biagini subentra a Janni in panchina, Bernardin
passa all'Inter per 70 milioni, se ne vanno anche Bulent ed
Ekner ed arrivano Broccini, Morin ed il portiere Persico.
Alla fine del girone di andata la Spal ha collezionato 10
punti ed una sola vittoria con il Novara. Viene acquistato
l'argentino Josè Montagnoli, detto "Pidaza"
per l'elevato numero di scarpe e la classe non proprio sopraffina,
ed il mediano Dal Pos. I risultati però non arrivano
e la squadra terminando penultima con 23 punti retrocede in
serie B. Mazza procede alla ricostruzione predisponendo una
rosa adatta ad affrontare la serie B, ma Udinese e Catania
finiscono nei guai per illeciti sportivi e la loro retrocessione
riporta la Spal in A.
1955 Baldi è il nuovo allenatore. Dal Napoli
arrivano il terzino Delfrati e l'ungherese Vinyei, dalla Juventus
il centravanti Morin, dalla Lazio lo svedese Lofgren. Vanno
a far parte della rosa anche il promettente Carlo Novelli
ed il centrocampista del Messina Battista Fabbri detto "Gibì
". La Spal inizia benissimo. Coglie in trasferta preziosi
pareggi con Juventus (2-2) e Roma (1-1), batte Pro Patria
(2-1), Triestina (4-0) e Bologna (2-1) ed al termine del girone
di andata è terza, dietro ad Inter e Fiorentina. Le
rivelazioni sono Di Giacomo e Novelli e la squadra esprime
un gioco nello stesso tempo spumeggiante e concreto. Una flessione
nel girone di ritorno sarà la causa del comunque ottimo
nono posto al termine del campionato.
1956 Baldi viene sostituito da Tabanelli, partono Morin,
Persico, Macor, Fabbri e Logfren, arriva lo svedese Sandell
e i due Villa. L'inizio della stagione è infausto;
la squadra non gira e le sconfitte, anche cocenti, sono di
gran lunga superiori alle soddisfazioni (1 a 0 con Inter e
Lazio). La riscossa arriva nel girono di ritorno, quando la
Spal soprattutto in trasferta risale velocemente la classifica.
Vince 3 a 1 a Torino con la Juventus, 3 a 0 a Genova con la
Sampdoria, 2 a 1 a Firenze, 1 a 0 a Roma con la Lazio, 1 a
0 a Napoli ed 1 a 0 anche nel derby con il Bologna. Anche
il Milan che vincerà il campionato deve inchinarsi
alla sfrontatezza dei biancazzuri che vincono a San Siro con
gol di Di Giacomo. Al termine la Spal è nona.
1957 E` l'anno dei supercampioni stranieri. La Juve
ha Sivori e Charles, l'Inter Angelillo, il Milan Liedholm
e Schiaffino, il Napoli Vinicio. La Spal invece punta sugli
italiani. Ceduti al Napoli Novelli e Di Giacomo, arrivano
Rozzoni, Zaglio, Mezzalira, Santin, Firotto, il portiere Maietti
e rientra Macor. La squadra soffre parecchio e solo l'esperienza
e l'affidabilità dei vari Bertocchi, Lucchi, Dal Pos,
Broccin e Vitali le consentono di salvarsi nello spareggio
con l'Atalanta di Janich, Perani e Marchesi. Nell'anno della
prima stella della Juventus si afferma come rivelazione il
Padova di Nereo Rocco, che deve i suoi successi nel modulo
di gioco che verrà ribattezzato "all'italiana"
e che prevede l'utilizzo di un battitore libero davanti al
portiere. La Spal si adegua a questa tattica, che fino all'esplosione
del fenomeno della "zona" non abbandonerà
più .
1958 E` un anno di transizione. Baldi ritorna in panchina,
Bertocchi, dopo 10 anni in biancazzurro ritorna al Livorno.
Le note liete vengono dai giovanni Malatrasi e Bozzao, quelle
meno liete dall'applicazione costante del catenaccio, che
comunque non è sufficiente ad evitare quella che rimane
la più cocente sconfitta di tutti i tempi (8-0 con
l'Inter a San Siro).
1959 E` una grande Spal quella che scende in campo
nel campionato 1959/60 e ottiene il miglior piazzamento
di tutti i tempi. Al termine della stagione la Spal è
quinta dietro a Juventus, Fiorentina, Milan e Inter. Alle
partenze di Malatrasi, Rozzoni, Lucchi, Dal Pos e Broccini
si affiancano arrivi importanti, primo tra tutti quello di
Oscar Massei, forse il giocatore più rappresentativo
della Spal. Nei nove anni che vanno dal 1959 al 1968
Massei colleziona 244 presenze e 52 reti, ma soprattutto diventa
l'idolo indiscusso dei tifosi che stravedono per questo regista
che illumina il centrocampo e non disdegna di presentarsi
a rete con una certa frequenza. Oltre all'argentino torna
dal Napoli Novelli, arrivano dal Livorno Balleri ed un altro
grande campione che risponde al nome di Armando Picchi. Oltre
ai confermati Bozzao, Morbello e Corelli completano la rosa
Mondino Fabbri, Micheli, Rossi, Maietti, Forte, Trentini,
Cecchi, Ballone, Catalani, Bagatti, Facchin, Muccini e un
giovanissimo e mai impiegato Carletto Mazzone. In panchina
siede ancora Fioravante Baldi. Tra i risultati più
importanti si annoverano un 3 a 0 al Napoli, un 2 a 0 alla
Samp ed un 3 a 2 al Bologna (gol di Rossi all'ultimo minuto),
tutti in trasferta. La Spal incappa anche in qualche giornata
storta subendo per 3 a 6 con Padova e Juventus. Alla fine
saranno 12 le vittorie, 12 i pareggi e 10 le sconfitte. Capocannoniere
della squadra è Morbello con 13 reti, Massei e Rossi
ne segnano 9 a testa, Novelli e Corelli 5.
1960 Nel decennale della squadra in serie A gli operatori
di mercato prendono d'assalto il gioiellino di Mazza che è
costretto a privarsi di alcuni degli artefici del successo
dell'anno precedente. Partono così Micheli, Balleri,
Rossi, Trentini, Forte e soprattutto Picchi che va all'Inter
in cambio dell'altra metà di Massei, posseduta dai
nerazzurri, del portiere Matteucci, del terzino Valadè
e di 24 milioni. Tra gli arrivi da segnalare quelli di Carpanesi,
Taccola, Osvaldo Riva e quello dell'allenatore Luigi Ferrero.
La Spal inizia in sordina (3 pareggi e 2 sconfitte) e a Novembre
sperimenta la novità del mercato di riparazione con
la cessione di Morbello all'Inter per 70 milioni. Le sconfitte,
soprattutto in trasferta, si susseguono incessanti e solo
la classe ed il fiuto per il gol di Massei salvano alla fine
la squadra dalla retrocessione.
1961 La parola d'ordine è cambiare per non incorrere
in un altro campionato deludente. Parte così Bozzao
che passa alla Juventus, Carpanesi e Matteucci che vanno alla
Roma, ed arrivano Cervato, Dell'Omodarme, Mencacci, il tedesco
Waldner ed un portierino niente male che risponde al nome
di Edo Patregnani. Dopo sole tre giornate viene esonerato
Ferrero e chiamato a dirigere la squadra la "vecchia
gloria" Serafino Montanari, già allenatore in
seconda. La Spal perde con le grandi (0-3 con la Juve, 1-5
a Firenze, 1-4 a Roma e Milano), ma batte le dirette concorrenti
per la salvezza e si rende protagonista di un finale tranquillo,
impreziosito da una vittoria sull'Inter che consegna lo scudetto
ai rossoneri. Mazza, diventato CT della Nazionale, vola in
Cile per i mondiali lasciando la squadra ad affrontare la
coppa Italia. Per la prima ed unica volta nella sua storia
la Spal raggiunge la finale, battendo prima il Vicenza per
2 a 1, poi il Novara per 3 a 1, quindi la Juventus per 4 a
1 (i nazionali erano in Cile). In finale l'aspetta il Napoli,
o meglio al contrario è la Spal che deve aspettare
che i partenopei terminino, vincendolo, il campionato di serie
B. Passano così diverse settimane ed i biancazzurri
si presentano scarichi all'epilogo. Il Napoli ancora in clima
campionato e caricatissimo dalla promozione ha la meglio per
2 a 1.
1962 Alla fine del Campionato la Spal è ottava
con 34 punti, ma per diverse giornate, nella fase iniziale
del torneo, e` la squadra che guida la classifica. Dopo 4
giornate è in testa da sola con 7 punti; dopo 11 divide
la vetta con Juventus e Bologna, poi le sconfitte con l'Inter
a S. Siro (3-2) e con l'Atalanta in casa (2-5) ridimensionano
i sogni di gloria dei tifosi biancazzurri. E` comunque un
anno positivo quello che vede il ritorno di Bozzao dalla Juventus,
l'arrivo di Fabio Capello e del brasiliano De Souza. Tra i
risultati da ricordare il 4 a 2 al Napoli ed il 3 a 0 alla
Roma in casa e l'1 a 0 colto a Marassi con la Samp. Tra i
migliori il portiere Bruschini, Bui e Muccini e soprattutto
Dell'Omodarme e Gori, che a fine anno vennero ceduti alla
Juventus per Crippa, Fochesato, Castano II, la seconda metà
di Bozzao e 160 milioni.
1963
L'anno dell'adozione della maglia biancazzurra a striscie
verticali è anche l'anno della retrocessione. Dopo
13 campionati in serie A la Spal, guidata da Giacomo Blason,
ritorna in B. Le cessioni importanti di Dell'Omodarme e Gori,
le deludenti prestazioni delle punte De Bernardi e De Souza
e gli infortuni di Bruschini e Riva sono tra gli elementi
che concorrono a giustificare la stagione negativa. Le uniche
note liete vengono dall'affermazione dei giovani Capello,
Reja, Pasetti e Bertuccioli. Dopo aver militato nelle file
biancazzurre come giocatore ritorna alla Spal come tecnico
del settore giovanile Giovan Battista Fabbri.
1964 Per l'anno di B Mazza allestisce una squadra con
gente di categoria. Arrivano i bomber Muzzio e Cavallito,
il centrocampista Osvaldo Bagnoli e rientrano Balleri ed il
giovane Ranzani. Un altro giovane fa la sua apparizione in
prima squadra: è Franco Pezzato il cui nome resterà
legato per lunghi anni alle sorti della Spal e che ancora
oggi è ricordato per le sue finte smarcanti e soprattutto
per i suoi gol. Confermatissimi i vari Massei, Capello, Olivieri,
Pasetti, Novelli, Crippa, e De Bernardi. In panchina siede
per la prima volta Gibì Fabbri, che però presto
per problemi di patentino e forse di risultati deve lasciare
il posto a Francesco Petagna. Il girone di andata non va molto
bene. I 21 punti conquistati collocano la squadra a metà
classifica. Ma nel ritorno l'inserimento di alcuni giovani
(tra i quali proprio Pezzato che debutta segnando un gol determinante)
cambierà il volto della squadra che raggiunge il terzo
posto in classifica e ritorna in serie A.
1965 Viene in pratica confermato il blocco che ha conquistato
la promozione. Uniche novità tra gli arrivi sono il
centrocampista Colombo e la punta del Lecco Innocenti, vengono
ceduti Cavallito, Ranzani e De Bernardi; Cervato e Riva si
ritirano. Il campionato inizia male a Napoli, dove contro
i vari Juliano, Canè, Altafini e Sivori la Spal rimedia
un sonoro 4 a 2 (gol di Bagnoli e Capello). Riscatto immediato
sul terreno della Roma (2 a 0) a cui seguono una serie di
risultati altalenanti: la Spal perde a Vicenza, ma vince a
Bologna (3 a 1), perde in casa con Inter e Brescia, ma impone
il pareggio a Juve e Lazio. Nel ritorno le cose si mettono
male ed all'ultima giornata la squadra è terzultima
a pari merito con la Sampdoria. Quando mancano 30' minuti
alla fine del campionato la Samp pareggia 1 a 1 a Torino con
la Juve e la Spal perde per 2 a 0 a Brescia. Ma nel finale
la Juve sigla il gol del 2 a 1 e la Spal riesce con Frascoli
prima e con Bagnoli poi a raggiungere l'agognato pareggio
e quindi la salvezza.
1966 La serie A subisce una ristrutturazione. Si passa
da 18 a 16 squadre e le retrocessioni salgono a 4. Petagna
viene riconfermato in panchina, se ne vanno Innocenti, Olivieri,
Colombo, Ive e Carrera. Ritornano Ranzani, Dell'Omodarme e
Rozzoni. Arrivano Tommasin, Bosdaves, il secondo portiere
Galli e il centrocampista Parola. La squadra appare rafforzata,
ma dopo quattro turni ha raccolto un solo punto. Alla fine
del campionato comunque i 29 punti conquistati le consentiranno
di ottenere la salvezza in una annata di scarse soddisfazioni
(molti pareggi e vittorie di misura, un solo sonante 4 a 1
alla Lazio). Non mancano pero` momenti emozionanti, sia in
positivo, con la salvezza raggiunta all'ultima giornata contro
il Venezia, quando la Spal dopo essere stata sotto di due
reti va a vincere per 3 a 2 (gol decisivo di Capello), sia
in negativo, quando in casa con il Napoli si vede affibbiare
3 rigori a sfavore dal leggendario Lo Bello, che faticherà
non poco ad uscire dallo stadio.
1967 Ultimo anno di serie A per la Spal. I giovani
Cipollini, Boldrini, Parola e Stanzial vengono promossi titolari,
arrivano Brenna, Lazzotti, Braca, Reif e Mattrel. Capello
viene ceduto alla Roma per 250 milioni, Bosdaves al Napoli,
Muzzio e Bagnoli all'Udinese, Pezzato va all'Empoli in prestito.
Ma le perdite più consistenti vengono dagli infortuni
di Moretti, Dell'Omodarme e soprattutto di Massei, che per
una fastidiosa labirintite alla fine collezionerà solamente
10 presenze. Le cose vanno subite molto male: 6 sconfitte
nelle prime 7 gare e così a Novembre si corre ai ripari,
ingaggiando il giovane Albertino Bigon e l'anziano Bean. Tra
pochi alti e molti bassi la squadra si incammina mestamente
verso la serie B, che arriva inesorabile nelle ultime 2 giornate
con le sconfitte a Firenze ed in casa con la Juve. La Spal
chiude con la serie A, Massei chiude con il calcio giocato.
E' la fine di un epoca gloriosa.
1968 Oltre a Massei anche Bozzao si ritira dal calcio
giocato, Pasetti viene ceduto alla Juventus e Stanzial alla
Fiorentina. La Spal riscatta Bigon dal Napoli ed ottiene in
prestito la punta Improta, arrivano inoltre Vitali, Antonioli
e Bertarelli, ma l'acquisto più importante è
Alberto Orlando, già centravanti della nazionale e
capocannoniere in serie A. Orlando ha però un infortunio
al ginocchio che gli consentirà di giocare solamente
6 gare, il resto della squadra non brilla e la Spal conduce
un campionato sempre in coda alla classifica. Alla fine sarà
ancora retrocessione, in serie C questa volta. Tra le poche
note liete c'è sicuramente l'inaugurazione del Centro
Addestramento Giovanile di via Copparo, ancora oggi fiore
all'occhiello e sede degli allenamenti di tutte le squadre
della società.
1969 Gibì Fabbri allena la squadra solo per
le prime 5 giornate (4 punti), poi per divergenze con il Presidente
viene esonerato e sostituito da Corsi. Si mettono in luce
i giovani Cariolato, Cairoli, Croci e Del Neri, ed in più
la Spal può contare sugli ormai veterani Cipollini
e Boldrini e sui due nuovi acquisti Mantovani e Marongiu.
La squadra gira e disputa un ottimo campionato, specialmente
nel girone di ritorno, ma non riesce a spuntarla sulla Massese
che alla fine con 2 punti di vantaggio ottiene la promozione.
1970 La squadra, guidata da Meucci sfiora la promozione,
conquistando ben 54 punti (media inglese +6). Ma è
l'anno del Genoa in C ed è quest'ultimo alla fine a
salire in B avendo 2 punti in più della Spal. E' un
anno particolare dove la squadra segna complessivamente 42
reti, ma nonostante l'elevato numero di attaccanti e mezzepunte,
è il difensore Cairoli a detenere il primato di reti
segnate con 5 gol. E' anche l'anno del lancio dei giovani
Musiello e Casarsa e dell'arrivo di 3 giocatori che negli
anni successivi diverranno colonne portanti della squadra:
Donati, Marconcini e Vecchiè.
1971 Dopo il Genoa è l'Ascoli a negare la promozione
alla Spal. Ma questa volta il mancato successo è ancora
più netto in quanto la Spal si classifica terza, alle
spalle anche del Parma. Non servono i 19 gol segnati da Zanolla,
poichè è il resto della squadra che non gira.
Tra le note liete è da segnalare il debutto della punta
Gibellini; tra quelle meno liete l'addio al calcio giocato
di Saul Malatrasi.
1976 Paolo Mazza lascia la presidenza dopo 29 anni.
1989 La Spal conosce il livello più basso raggiunto
nel dopo guerra con un decimo posto in serie C2.
1990 Alla presidenza della Spal arriva Giovanni Donigaglia.
1991 16 giugno a Verona la Spal vince lo spareggio
con la Solbiatese 1-0 (Albiero su rigore) e ritorna in serie
C1.
1992 La Spal vince il secondo campionato di seguito
e ritorna in serie B, purtroppo al termine della stagione
retrocede in serie C1.
1994 Per la prima volta nella storia del calcio Italiano,
in serie C1 vengono disputati i play-off, dopo aver eliminato
il Bologna in una doppia sfida (2-0 e 0-1) si disputa a Verona,
in campo neutro, la sfida tra Spal e Como decisiva per la
promozione in serie B, al termine di una sfortunatissima partita,
la Spal soccombe per 2 - 1 e sarà costretta a rimanere
ancora in serie C1.
1995 La Spal è sesta nel campionato di C1 e
rimane esclusa dai play-off.
1996 La Spal 95/96, dopo un campionato sempre in vetta,
si qualifica per i play-off, ma perde clamorosamente la doppia
semifinale con il Como. Donigaglia lascia la carica di Presidente.
Gli succede l'avv. Vanni Guzzinati.
1997 Il campionato 96/97 verrà ricordato probabilmente
come uno dei più nefasti della storia biancazzura.
A inizio anno la Squadra si presenta come una delle meglio
attrezzate della categoria e la voglia di riscatto, per la
delusione dell'anno precedente, porta tifosi e società
a credere seriamente nella promozione. Dopo i primi turni
è però subito evidente che qualcosa non funziona.
La squadra viene ulteriormente rinforzata, ma i risultati
non arrivano, anzi, soprattutto in trasferta, la Spal lamenta
una notevole debolezza difensiva ed incassa sconfitte a ripetizione.
Le dimissioni del Direttore Sportivo Corni prima e l'esonero
dell'allenatore Bianchetti poi non conducono ad alcun mutamento.
In panchina arriva Magni e Manni viene nominato Presidente,
ma la squadra non si scuote ed a fine stagione è inguaiata
nei play-off. L'8 giugno 1997 la Spal, dopo aver pareggiato
0 a 0 all'andata, perde in casa per 2 a 1 dall'Alzano ed è
retrocessa in serie C2.
Donigaglia decide di tornare a guidare la società in
prima persona. Si ricandida ed accetta la carica di Presidente
e rinnova completamente lo staff tecnico e dirigenziale. Il
nuovo Direttore Sportivo è Roberto Ranzani, il nuovo
allenatore è Gianni De Biasi.
1998 I frutti della rivoluzione non tardano ad arrivare.
Il campionato 97/98 del girone B di C2 è dominato dalla
Spal dall'inizio alla fine. Solo il Rimini, per alcune giornate,
riesce a spodestare la squadra estense dalla vetta della classifica,
ma alla fine quest'ultima è sola al comando e conquista
la promozione in C1 senza accedere alla roulette dei play-off.
La Squadra è molto solida in difesa e schiera in attacco
uno dei migliori realizzatori di tutta la storia spallina.
Emanuele Cancellato è uno degli artefici principali
del successo, ma tutta la squadra, guidata in campo da capitan
Pari, dimostra di avere le doti tecniche e morali per meritare
ampiamente la promozione e far ben sperare per il prossimo
campionato di C1.
1999 La Spal ha vissuto da vera protagonista la stagione
sportiva 1998/99, centrando quasi tutti gli obiettivi che
si era prefissata. Un campionato sempre di vertice, dove solamente
i troppi infortuni e la malasorte hanno impedito di centrare
la promozione in serie B; la meritata ed importante conquista
della Coppa Italia di Serie C dopo aver perduto, in tempi
ormai remoti (61/62 - 88/89), due finali con Napoli e Cagliari;
l'aver dato ancora una volta lustro al proprio Settore Giovanile
lanciando in Prima Squadra ragazzi provenienti dal vivaio
e cedendo il difensore Manfredini in Serie A all'Udinese;
essere la maggiore realtà sportiva di Ferrara e provincia,
con un rapporto sul territorio e con i tifosi sicuramente
simbolo di una grande Società con obiettivi importanti
e degna dell'amore e della passione di quanti la sostengono
e seguono.
2000 Fallito l'ennesimo tentativo di assalto alla serie
B, la società ci riprova, affidando la guida della
squadra a Giancarlo D'Astoli, un vero e proprio cambio di
tendenza, con la scelta, forse per la prima volta nella storia
biancoazzurra, che cade su un allenatore tutto grinta e temperamento.
L'inizio fa ben sperare con la Spal che, trascinata dai gol
di Cancellato ed anche da un pizzico di buona sorte, vola
in testa alla classifica. Ancora però ci si mette di
mezzo la malasorte, si ferma per alcune settimane Cancellato,
sul mercato non si trovano gli elementi necessari per completare
un organico che si dimostra carente specie in attacco ed all'inizio
della primavera è già chiaro che i sogni vanno
riposti nel cassetto. Proprietà e staff tecnico non
parlano più la stessa lingua e la dirigenza decide
di chiudere il rapporto con il D.S. Roberto Ranzani, che,
suo malgrado, tra le perplessità dell'ambiente, deve
farsi da parte per lasciare il posto a Giovanni Botteghi.
2001 Via ad un film già visto. L'avvio è
preoccupante, così dopo sette giornate è già
cambio di allenatore con il flemmatico Alessandro Scanziani
che viene sostituito dal sanguigno Mauro Melotti, ma è
l'organico che si dimostra inferiore alle attese. A gennaio
la società deve correre ai ripari ingaggiando Carrus,
Pellissier, Botteghi Junior, Cerbone e Rosa, la solita rivoluzione
di mezza stagione delle gestioni Botteghi, che mettono a dura
prova le casse sociali. La squadra comunque grazie ai nuovi
arrivati ed al buon lavoro del tecnico cresce ed arriva anche
ad un passo dalla zona play-off, ha però un crollo
nel momento decisivo ed ancora una volta deve ammainare bandiera
anzitempo.
2002 La Costruttori è decisa vuole riprovarci,
mette Botteghi nelle condizioni necessarie per allestire una
squadra competitiva, con l'obiettivo dichiarato di puntare
alla promozione. Vengono confermati giocatori di qualità
come Carrus, Cerbone, Pellissier e Botteghi e viene ingaggiato
Romualdi attorno al quale dovrebbe girare tutta la squadra,
che ancora una volta ha un avvio stentato: subisce troppe
reti ed in attacco manca di un vero punto di riferimento,
visto che ormai Cancellato sente il peso degli anni di una
esaltante, ma logorante carriera. Torna Servidei per aggiustare
il reparto arretrato, ma i problemi sono tanti e diffusi.
A fine novembre la Spal si ritrova in zona play-out e viene
dato il benservito a Melotti, sostituito da Fabio Perinelli,
l'ex fantasista dei tempi di Ferruccio Mazzola, che predica
calcio spettacolo e sorretto da un pizzico di buona sorte,
proietta i biancoazzurri verso l'alta classifica. Nel momento
in cui si inizia a sperare nel clamoroso recupero si bloccano
due elementi fondamentali: Carrus e Servidei, il giochino
si rompe ed a quattro giornate dalla fine, con lo spettro
play-out ormai alle porte, viene richiamato Melotti che rigenera
il gruppo e pilota la Spal verso una salvezza che deve essere
giudicata alla pari di una promozione, anche perché
ormai giocatori e staff tecnico erano stati abbandonati da
una dirigenza decisa a passare la mano, dopo dodici anni di
gestione Costruttori, alla quale si potranno muovere mille
appunti, ma non quello di avere fatto, sul piano economico,
tutto quanto era possibile per assicurare a Ferrara almeno
la serie B.
2002 La Spal è in vendita, da Donigaglia si
presentano in tanti, anche molti di quei personaggi che girano
attorno alle società di calcio esclusivamente per specifici
tornaconti personali. In città è diffuso il
timore di vedere la Spal finire in mani di speculatori senza
scrupoli. Rischi ben presto scongiurati. Alla fine la Costruttori
trova l'accordo per la cessione dell'intero pacchetto azionario
a Paolo Fabiano Pagliuso, presidente del Cosenza Calcio, ma
soprattutto amico fraterno di Roberto Ranzani, il D.S. dell'ultima
promozione biancoazzurra.E' proprio Ranzani il vero tessitore
dell'intricata tela che ha portato alla conclusione della
complicata operazione in tempo utile per allestire una squadra
in grado di disputare un campionato all'altezza delle attese
di una piazza che ha dimostrato di gradire l'avvento della
nuova dirigenza. Presidente viene nominato Lino Di Nardo,
uomo di fiducia della famiglia Pagliuso, mentre in consiglio
entrano i ferraresi Roberto Benasciutti, Romeo Callegari e
Luigi Moretti. Svolta importante anche nel settore giovanile
con il ritorno di Franco Bozzao, una vera garanzia.
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